mercoledì 14 dicembre 2011

Andiamo male anche in Europa


Non c’è nulla che vorrei quanto trovare motivi per non arrabbiarmi, purtroppo non ne trovo. Anzi, oltre alle infuriate con causa autoctona, ce ne sono tante originate fuori dai nostri confini.
Davanti al parlamento tedesco, oggi Angela Merkel ha ribadito la sua linea rigida, escludendo ancora una volta i soli interventi che possono effettivamente ridurre la tensione sui mercati finanziari e allontanare il definitivo tracollo della moneta unica. Come ovvia conseguenza il cambio dell’euro è sceso sotto 1,3 contro il dollaro, il costo del petrolio è salito e il tasso sui titoli di stato italiani è tornato sopra il 7%. Per i pochi che non lo intuiscono, questo significa che, in Italia, il prezzo dei carburanti non faticherà a superare di slancio 1,8 euro. E significa inflazione, quindi un ulteriore impoverimento del tenore di vita degli italiani, già deteriorato dalle (ripetute) manovre per contenere il disavanzo pubblico e, possibilmente, togliere qualche carriola di terra dalla montagna del debito, il cui costo, accresciuto, comporterà nuovi aggiustamenti dei conti pubblici e chiunque sa cosa ciò comporta.
In sintesi, non c’è nulla che Monti o chiunque altro possa fare per risolvere i problemi italiani se non si affrontano quelli che riguardano l’euro e che non sono soltanto colpa nostra, anzi.
Lo so. E’ una battuta cretina, ma, parafrasando Claus von Clausewitz, mi viene da dire che Angela Merkel è la continuazione di Adolf Hitler con altri mezzi.
La Signora che Berlusconi non avrebbe mai invitato a una delle sue eleganti cene perché priva dei requisiti, sembra intenzionata a sacrificare, sull’altare delle sue personali, e improbabili, glorie elettorali in patria, la sopravvivenza dell’Unione Europea e dell’Eurozona.
Se è vero che ci sono molti Paesi, Italia compresa, il cui tenore di vita è stato da cicala per troppi anni, è anche vero che la Germania è stata una formica avida e soddisfatta e che ha i suoi scheletri negli armadi (bancari e non). Così com’è vero che neppure la Germania ha un futuro se l’Eurozona implode. Temo che, se ciò accadesse, Frau Merkel avrebbe poche macerie anche in patria sulle quali festeggiare e governare.
Non possiamo neppure consolarci con la Francia. Uno stracotto Sarkozy, probabilmente anche in debito di sonno da recente paternità, non potendo servirsi del DSGE o del DCRI per creare problemi alla Merkel come alcuni sostengono abbia fatto con De Villepin e Strauss-Pork, oops… Strauss-Kahn, strilla ai quattro venti dei pericoli che corre l’euro nella speranza (direi meglio nell’illusione patetica) di potersi poi accreditare, se mai riuscisse a inventarsi qualcosa di diverso dall’aria fritta prodotta sinora, come salvatore della moneta unica così da riconquistare il lussuoso ufficio all’Eliseo. Nel frattempo, la Francia si avvicina a grandi passi al gruppo dei PIIGS. Sono curioso di vedere come verrà modificato l'acronimo...
Il Regno Unito ha sciolto gli ormeggi e, comunque, non gode certamente di buona salute economica, condizione che non migliorerà con la terapia isolazionista di Cameron.
Con questi cervelloni, c’è poco da stare allegri. Provassero a pensare i cittadini come tali (e a rispettarli) e non come voti, forse, riuscirebbero persino loro a fare qualcosa di meglio, ma non c’è da farsi illusioni.


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