lunedì 30 gennaio 2017

Piccoli uomini inadeguati

Uno dei temi ai quali ho dedicato più spazio su questo blog è quello del controllo della spesa pubblica. E’, dunque, naturale che mi abbia colpito una notizia data nei giorni scorsi da numerosi quotidiani. Ecco il pezzo di Repubblica: http://www.repubblica.it/salute/2017/01/27/news/il_costo_di_una_siringa_in_italia_ora_e_sempre_lo_stesso_tra_0_049_e_0_063_euro-157018637/.
Cronaca. Difficile non restare impressionati e non chiedersi come sia possibile che si sia arrivati alla decisione di concentrare su base nazionale gli acquisti di siringhe soltanto ora. Siamo di fronte a un provvedimento che credo si sarebbe potuto assumere anni fa. E, penso, siamo di fronte a un provvedimento che potrebbe essere replicato per altri prodotti consumati in considerevoli quantità all’interno delle strutture sanitarie, ma anche in ambiti diversi della pubblica amministrazione.
Detto altrimenti: perché si è atteso tanto prima di attuare una misura capace di consentire un risparmio significativo e, più ancora, emblematico e perché non si replica tale misura in altri settori in cui è possibile farlo?
E aggiungerei anche un’altra domanda. Si possono considerare esenti da colpe i politici che, per anni, hanno blaterato di controllo della spesa senza andare a vedere se e come la pubblica amministrazione iniziava a effettuarla? Più precisamente: possiamo considerare esenti da colpa gli ultimi presidenti del Consiglio, Mario Monti incluso, che non hanno saputo o, peggio, voluto imprimere la necessaria accelerazione a un processo indispensabile? E’ mancata e manca la volontà politica di attuare un’autentica revisione della spesa. Mancano il coraggio e la determinazione indispensabili per eliminare le zone d’ombra in cui svaniscono ingenti risorse pubbliche (e magari prospera il malaffare). Somme importanti che consentirebbero o di ridurre il debito dello stato o di stimolare l’economia in maniera sana, favorendo, ad esempio, la formazione e la produttività, fattori cruciali per riportare la crescita della nostra economia a livelli paragonabili a quelli delle altre nazioni più sviluppate.
Credo che, a questo riguardo, sia particolarmente grave il comportamento di Renzi e Padoan, i quali hanno ignorato il lavoro e le proposte di alcuni esperti che sono transitati nell’incarico di Commissario alla cosiddetta spending review. Oltre a non attribuire l’adeguata enfasi al controllo della spesa pubblica, Renzi e Padoan hanno anche adottato misure di chiara impronta elottoralistica, impiegando, per ottenere consenso, risorse pubbliche che avrebbero potuto essere utilizzate assai meglio altrove.
Vedremo se ci sarà un cambio di condotta da parte di Gentiloni, ma non mi pare esattamente incline a scostarsi dalla linea del suo predecessore (e, come si potrebbe dire, “dante causa”). E con la prospettiva di votare prima dell’estate, sarà, come di consueto, assalto alla diligenza: tutti cercheranno di far affluire denaro pubblico ai propri elettori.
L’ansia di portare il Paese al voto sembra divampare quasi in tutti i partiti, con poche eccezioni conclamate, tra le quali quella del movimento del tizio decrepito, nel quale si attende una sentenza europea per riproporre come candidato alla guida dell’Italia un signore di oltre ottant’anni, che ha già soggiornato a Palazzo Chigi piuttosto a lungo senza produrre risultati di qualche rilevanza.
All’ostinazione di Berlusconi fa da contraltare quella di Matteo Renzi, il quale, presto dimentico della promessa di togliersi di torno in caso di sconfitta al referendum del 4 dicembre 2016, si ripropone come candidato alla presidenza del Consiglio, evidentemente convinto di poter riprendere il cammino inconcludente interrottosi solo poche settimane fa.
Sul tema vi suggerisco la lettura dell’editoriale odierno del Corriere della Sera, firmato da Ernesto Galli della Loggia: http://www.corriere.it/opinioni/17_gennaio_30/quelle-riflessioni-32d4e780-e658-11e6-84c1-08780d9999f1.shtml#.
Buona stampa. Anche se si concentra sugli aspetti strettamente connessi alla “carriera” di Renzi e perde un po’ di vista le conseguenze per il Paese dell’ansia renziana di riprendere il potere. Un Paese che, più che mai, ha bisogno di uomini politici che, finalmente, abbiano le competenze, la statura morale e la modestia degli statisti. Di parolai ne abbiamo avuti anche troppi.
Buonanotte e buona fortuna.

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